Suoni e
colori dell’anima – Anna Dari
DI ANDREA BETTINI
· 21 GENNAIO 2013 · NESSUN COMMENTO
INTERVISTE
· TAGGATO: ANIMA,
ANNA DARI, ASTI, BRANI, CAMBIAMENTO, COLORI, CONCERTO, GIOVANNI ALLEVI,
MUSICA, PASSIONE, PIANISTA, POESIE, SOGNO, SUONI, TALENTO, VITA
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Non è possibile soffocare una passione. Tanto meno se
questa è accompagnata dal talento. Perciò anche circostanze della vita che
tenterebbero di allontanare da un proprio naturale percorso, non possono
arrestare un processo vitale. Riescono a rallentarne il cammino, posticiparne
gli straordinari effetti. Poi però succede ciò che deve accadere. E da quel
momento tutto sarà diverso.
Anche Anna Dari
non avrebbe immaginato di rimettere le mani sui quei tasti bianchi e neri.
Erano passati diciotto anni. Troppi. Non abbastanza per sopire i desideri. I
motivi della pausa erano i più ordinari, per questo i più complicati. Quelli
che a tante donne possono imbrigliare la propria esistenza. C’è un matrimonio.
Una famiglia. Dei figli. Un lavoro. Tutto gira attorno a loro, anche quelle
responsabilità che non spettano loro. Eppure per Anna suonare il pianoforte era
la cosa più normale. Al di là di un diploma al conservatorio, la musica era
espressione di lei e lei era espressione della sua musica. Ma quando le cose
stanno così non si può relegare tutto al passato. Anna è musica.
Come in tutte le situazioni apparentemente prive di
uscita, bloccate da influenze esterne e da inutili sensi di colpa, c’è bisogno
del giusto chiavistello. Quello di Anna è un concerto al quale assiste. E’ una
bella sera di fine estate quando nella sua Asti arriva un pianista. Non è un
pianista qualunque. Anna la sua musica l’aveva già ascoltata. Non le sue parole
però. Quelle che lui usa per presentare i suo brani. La commistione di quella
musica e di quelle parole sono una miccia per Anna. Ad accenderla è Giovanni Allevi.
Anna Dari torna a casa. Si siede davanti al suo
pianoforte. Ancora qualche attimo di esitazione e poi procede. Le paure vengono
spazzate dalle note. Le incertezze dai suoni. Come in una forma di trance
creativo compone prima un brano. Poi un secondo. Poi un terzo. Il suo estro
artistico è inarrestabile. Alla fine saranno sette i brani. La gioia espressa
molto di più. Inizia a farli ascoltare. Prima ad amici e parenti, poi al
pubblico. I primi concerti. Le prime grandi emozioni regalate. I primi
complimenti ricevuti. Quel lasso di tempo di astinenza dal suono non sembra
credibile ai più. La musica di Anna arriva dritta al cuore. Una musica classica
che incontra il blues e non solo. E’ la magia di Anna quella che si sente.
Quasi ad omaggiare colui che l’ha fatta tornare nel suo
mondo, dedica un brano al maestro Allevi. Gli affianca una poesia. Poi ne
scrive altre. Ogni composizione arriva ad avere una poesia che l’accompagna. E’
la nascita di una raccolta. “Suoni e colori
dell’anima”, non poteva che chiamarsi così.
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